LA FRASE

C'è una forza motrice più potente del vapore, dell'elettricità e dell'energia atomica: la volontà.

( Albert Einstein )

giovedì 29 dicembre 2011

i cinesi

I CINESI
L'antica astronomia cinese e` famosa in tutto il mondo per
l'accuratissima registrazione e la costanza nel tempo delle
osservazioni celesti; osservazioni talmente precise da costituire
probabilmente la migliore cronaca astronomica dal 2000 a.C. fino ai
nostri giorni. I loro studi sui moti della Luna e del Sole, compiuti da
un osservatorio astronomico fatto costruire nel 2608 a.C.
dall'imperatore Hoang-Ti, avevano come scopo principale quello di
elaborare e correggere l'allora carente calendario.
Fra le discipline scientifiche in Cina l'astronomia ha da sempre
avuto un ruolo di primissimo piano. Cio` era dovuto al fatto che i
cinesi consideravano l'imperatore qualcosa di divino che era tale per
volere del cielo e di conseguenza, tutti i fenomeni che si verificavano
sulla volta celeste, per forza di cose, avevano un evidente riscontro
sulla Terra, sulle attivita` umane e soprattutto sul comportamento e le
decisioni dell'imperatore. Per questo gli astronomi della corte reale
erano responsabili direttamente con la loro stessa vita dell'esattezza
delle previsioni delle eclissi o di altri eventuali importanti fenomeni
celesti tanto legati alla vita dell'imperatore e della nazione.
Per dare maggiore importanza alla connessione esistente tra
imperatore e avvenimenti celesti, ogni nuovo regnante, non appena
saliva al trono, era solito cambiare immediatamente, innanzitutto la
sede dell'osservatorio astronomico imperiale portandolo adiacente al
palazzo della propria citta` (a secondo della dinastia regnante) ed in
seguito anche le regole che costituivano le basi per la compilazione
del calendario lasciandovi cosi` impressa l'impronta del proprio
passaggio.
A parte le osservazioni dei moti della Luna e del Sole, gli astri
piu` brillanti del cielo e quindi anche i piu` facili da seguire, gli
astronomi cinesi rivolgevano particolare attenzione ad avvenimenti come
l'apparizione di una cometa, l'esplosione di una nova (vedi, ad
esempio, quella del 1054 cosi` ben descritta nelle cronache cinesi e
che ha dato origine alla famosa nebulosa del Granchio nella
costellazione del Toro), le congiunzioni planetarie ed ovviamente le
eclissi di Sole e di Luna. La ripartizione del cielo, come e` possibile
immaginare, era fatta in modo completamente diverso da quello
occidentale, con piccole costellazioni (circa 250) la piu` famosa delle
quali e` giunta fino ai nostri cieli col nome di costellazione del
Dragone, divenuta in Cina talmente importante (anche per la sua
vicinanza al polo nord celeste e per il fatto che anticamente conteneva
la stella polare) da diventare simbolo nazionale.
Gli scarsi contatti fra il lontano Oriente e l'Europa, soprattutto
per le enormi difficolta` di viaggio per raggiungere terre cosi`
lontane, portarono la due culture ad incontrarsi molto tardi e ad
aumentare il mito di un popolo misterioso e saggio, capace di grandi
invenzioni e che era gia` a conoscenza, 6000 e piu` anni prima della
nascita di Cristo, dei piu` grandi segreti scientifici. Grande
importanza ebbero, a tale proposito, le missioni religiose che i
Gesuiti andavano fondando in tutto il mondo. Proprio in una di queste
Padre Matteo Ricci, dal 1600 in poi, lavoro` a stretto contatto con gli
astronomi cinesi divulgando fra di essi le ultime e piu` importanti
scoperte astronomiche occidentali (si era nel periodo della rivoluzione
copernicana e dei primi utilizzi del cannocchiale di Galileo
Galilei).
Con Padre Ricci e con i Gesuiti l'astronomia occidentale divenne
famosa e conosciuta in tutta la Cina a tal punto che, dopo una gara su
chi, fra astronomi cinesi, arabi ed europei, fosse, con maggiore
precisione, in grado di prevedere l'eclissi di Sole del 1629 (gara
vinta da astronomi europei), l'imperatore decise, da quel momento, di
affidare ai Gesuiti la compilazione, ma soprattutto la riforma, del
calendario.


Restuccia Francesco

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giovedì 15 dicembre 2011

Le alluvioni e franeDa sempre l'Italia fa i conti con un territorio "fragile":

 

 in 50 anni, dal 1960 al 2010, si contano 4.122 morti, 84 dispersi, 2.836 feriti in totale tra frane e inondazioni: è il bilancio di una ricostruzione storica dell'istituto di ricerca e protezione idrogeologica del Consiglio nazionale delle ricerche.

Il problema è diffuso in tutto il territorio è un problema di interazione, tra un paesaggio, un territorio sicuramente fragile e noi intesi come comunità, che ci siamo insediati laddove non avremmo dovuto. Inoltre abbiamo molte conoscenze e metodi per intervenire preventivamente e mitigare il rischio: monitoraggi costanti per avere una conoscenza migliore del territorio, dati satellitari, sondaggi in loco, zonazione, opere di contenimento, drenaggio; sono anche a disposizione tantissime tecniche di ingegneria naturalistica come l'uso di determinati tipi di vegetazione e colture che riducono l'impatto franoso e aiutano a mantenere i versanti.

Invece in molte zone dell'Italia centrale e meridionale molte attività agroeconomiche, avviate in risposta alle politiche della comunità europea, hanno contribuito ad aumentare fenomeni di erosione e frane, come ad esempio una viticoltura esasperata o colture di grano in aree non adatte". 

 

Ma tutti questi interventi preventivi in ogni caso "costano molto"

 

Claudia Cologni 

giovedì 8 dicembre 2011

ECOLOGIA: 
PROVIAMO A FARE DEGLI ESEMPI IN CUI SI EVIDENZI COME OGNI ECOSISTEMA SIA UN'IDENTITA' DINAMICA E NON STATICA...E COSA PUO' SUCCEDERE QUANDO L'EQUILIBRIO VIENE MODIFICATO....

prof Armano