LA FRASE

C'è una forza motrice più potente del vapore, dell'elettricità e dell'energia atomica: la volontà.

( Albert Einstein )

giovedì 29 dicembre 2011

i cinesi

I CINESI
L'antica astronomia cinese e` famosa in tutto il mondo per
l'accuratissima registrazione e la costanza nel tempo delle
osservazioni celesti; osservazioni talmente precise da costituire
probabilmente la migliore cronaca astronomica dal 2000 a.C. fino ai
nostri giorni. I loro studi sui moti della Luna e del Sole, compiuti da
un osservatorio astronomico fatto costruire nel 2608 a.C.
dall'imperatore Hoang-Ti, avevano come scopo principale quello di
elaborare e correggere l'allora carente calendario.
Fra le discipline scientifiche in Cina l'astronomia ha da sempre
avuto un ruolo di primissimo piano. Cio` era dovuto al fatto che i
cinesi consideravano l'imperatore qualcosa di divino che era tale per
volere del cielo e di conseguenza, tutti i fenomeni che si verificavano
sulla volta celeste, per forza di cose, avevano un evidente riscontro
sulla Terra, sulle attivita` umane e soprattutto sul comportamento e le
decisioni dell'imperatore. Per questo gli astronomi della corte reale
erano responsabili direttamente con la loro stessa vita dell'esattezza
delle previsioni delle eclissi o di altri eventuali importanti fenomeni
celesti tanto legati alla vita dell'imperatore e della nazione.
Per dare maggiore importanza alla connessione esistente tra
imperatore e avvenimenti celesti, ogni nuovo regnante, non appena
saliva al trono, era solito cambiare immediatamente, innanzitutto la
sede dell'osservatorio astronomico imperiale portandolo adiacente al
palazzo della propria citta` (a secondo della dinastia regnante) ed in
seguito anche le regole che costituivano le basi per la compilazione
del calendario lasciandovi cosi` impressa l'impronta del proprio
passaggio.
A parte le osservazioni dei moti della Luna e del Sole, gli astri
piu` brillanti del cielo e quindi anche i piu` facili da seguire, gli
astronomi cinesi rivolgevano particolare attenzione ad avvenimenti come
l'apparizione di una cometa, l'esplosione di una nova (vedi, ad
esempio, quella del 1054 cosi` ben descritta nelle cronache cinesi e
che ha dato origine alla famosa nebulosa del Granchio nella
costellazione del Toro), le congiunzioni planetarie ed ovviamente le
eclissi di Sole e di Luna. La ripartizione del cielo, come e` possibile
immaginare, era fatta in modo completamente diverso da quello
occidentale, con piccole costellazioni (circa 250) la piu` famosa delle
quali e` giunta fino ai nostri cieli col nome di costellazione del
Dragone, divenuta in Cina talmente importante (anche per la sua
vicinanza al polo nord celeste e per il fatto che anticamente conteneva
la stella polare) da diventare simbolo nazionale.
Gli scarsi contatti fra il lontano Oriente e l'Europa, soprattutto
per le enormi difficolta` di viaggio per raggiungere terre cosi`
lontane, portarono la due culture ad incontrarsi molto tardi e ad
aumentare il mito di un popolo misterioso e saggio, capace di grandi
invenzioni e che era gia` a conoscenza, 6000 e piu` anni prima della
nascita di Cristo, dei piu` grandi segreti scientifici. Grande
importanza ebbero, a tale proposito, le missioni religiose che i
Gesuiti andavano fondando in tutto il mondo. Proprio in una di queste
Padre Matteo Ricci, dal 1600 in poi, lavoro` a stretto contatto con gli
astronomi cinesi divulgando fra di essi le ultime e piu` importanti
scoperte astronomiche occidentali (si era nel periodo della rivoluzione
copernicana e dei primi utilizzi del cannocchiale di Galileo
Galilei).
Con Padre Ricci e con i Gesuiti l'astronomia occidentale divenne
famosa e conosciuta in tutta la Cina a tal punto che, dopo una gara su
chi, fra astronomi cinesi, arabi ed europei, fosse, con maggiore
precisione, in grado di prevedere l'eclissi di Sole del 1629 (gara
vinta da astronomi europei), l'imperatore decise, da quel momento, di
affidare ai Gesuiti la compilazione, ma soprattutto la riforma, del
calendario.


Restuccia Francesco

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giovedì 15 dicembre 2011

Le alluvioni e franeDa sempre l'Italia fa i conti con un territorio "fragile":

 

 in 50 anni, dal 1960 al 2010, si contano 4.122 morti, 84 dispersi, 2.836 feriti in totale tra frane e inondazioni: è il bilancio di una ricostruzione storica dell'istituto di ricerca e protezione idrogeologica del Consiglio nazionale delle ricerche.

Il problema è diffuso in tutto il territorio è un problema di interazione, tra un paesaggio, un territorio sicuramente fragile e noi intesi come comunità, che ci siamo insediati laddove non avremmo dovuto. Inoltre abbiamo molte conoscenze e metodi per intervenire preventivamente e mitigare il rischio: monitoraggi costanti per avere una conoscenza migliore del territorio, dati satellitari, sondaggi in loco, zonazione, opere di contenimento, drenaggio; sono anche a disposizione tantissime tecniche di ingegneria naturalistica come l'uso di determinati tipi di vegetazione e colture che riducono l'impatto franoso e aiutano a mantenere i versanti.

Invece in molte zone dell'Italia centrale e meridionale molte attività agroeconomiche, avviate in risposta alle politiche della comunità europea, hanno contribuito ad aumentare fenomeni di erosione e frane, come ad esempio una viticoltura esasperata o colture di grano in aree non adatte". 

 

Ma tutti questi interventi preventivi in ogni caso "costano molto"

 

Claudia Cologni 

giovedì 8 dicembre 2011

ECOLOGIA: 
PROVIAMO A FARE DEGLI ESEMPI IN CUI SI EVIDENZI COME OGNI ECOSISTEMA SIA UN'IDENTITA' DINAMICA E NON STATICA...E COSA PUO' SUCCEDERE QUANDO L'EQUILIBRIO VIENE MODIFICATO....

prof Armano


sabato 26 novembre 2011

NUOVA DOMANDA SULLA LUNA

A QUESTO PUNTO VORREI AGGIUNGERE UNA NUOVA DOMANDA SEMPRE SUL MOTO DELLA LUNA, RIVOLTA PRINCIPALMENTE AGLI STUDENTI DI 3B (ma non solo):



PERCHÈ PERIODO DI RIVOLUZIONE ATTORNO ALLA TERRA E PERIODO DI ROTAZIONE ATTORNO AL PROPRIO ASSE SONO IDENTICI?
Prof. Nava

martedì 22 novembre 2011

RISPOSTA AL POST PERCHE' LA LUNA NON CADE SULLA TERRA? DI Giulia Bertoni

PERCHE' LA LUNA NON CADE SULLA TERRA?

RISPOSTA DI GIULIA BERTONI IIIA :

A questa domanda gli scienziati hanno risposto già da molto tempo. La risposta è semplice ma non è affatto banale.

Infatti una legge fisica dice che due corpi qualsiasi si attraggono con una forza proporzionale alle loro masse, ma inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza.

Di conseguenza anche fra la Terra e la Luna c’è una forza di attrazione. L’effetto di questa forza però è trascurabile per il nostro pianeta, che ha una massa circa 80 volte quella della Luna. Per la Luna invece questa forza è determinante: è la forza gravitazionale terrestre che non la fa scappare e la costringe a girare attorno alla Terra.

Nonostante sembrino paroloni complicati, questa forza d’attrazione gravitazionale non è altro che la forza che ci tiene con i piedi per terra. Infatti la Terra esercita su di noi una forza d’attrazione che ci impedisce di volare via e ci tiene attaccati alla superficie terrestre, essa è la stessa forza che fa cadere le cose, cioè la forza di gravità.

Anche la Luna risentendo della forza di gravità è in caduta libera verso la terra, come una palla. Allora perché non cade mai sulla Terra?
Il punto di caduta dipende dalla velocità iniziale dell’oggetto e dall’altezza da cui è lanciato. Il motivo per cui la Luna non cade sulla Terra è che la velocità iniziale della Luna e la sua altezza rispetto al suolo sono valori molto grandi quindi il punto in cui dovrebbe cadere è distante, tanto distante da risultare ogni volta “oltre” la Terra stessa. Istante per istante quindi la Luna si ritrova sempre nella stessa situazione di caduta libera verso la Terra, ma non la raggiunge mai perché il punto in cui dovrebbe cadere si trova costantemente fuori dalla superficie terrestre.

Come si intuisce dal disegno, dunque, percorso un tratto di caduta libera la Luna si ritrova nella stessa situazione di prima. È quindi un moto continuo che non si risolverà mai con uno schianto colossale della Luna sulla Terra. Si dice perciò che Terra e Luna si trovano in equilibrio. È una fortuna che funzioni in questo modo, perché siamo sicuri che la Luna col suo faccione pallido continuerà a scrutarci da lassù, continuerà ad ispirare il canto dei poeti e l’ ululati dei lupi fino a quando ci sarà il mondo.

Dati scientifici (fonte enciclopedia libera wikipedia)
Massa Terra: 5,9742 × 10^24 kg
Diametro equatoriale Terra: 12 756,274 km
Massa Luna: 7,347 673 × 10^22 kg
Diametro equatoriale Luna: 3476,2 km

BIBLIOGRAFIA

http://scienziatopazzo.altervista.org/2010/12/23/perche-la-luna-non-cade-sulla-terra/

Giulia Bertoni

risposta di Paolo Scotti: PERCHE' LA LUNA NON CADE SULLA TERRA?

PAOLO SCOTTI IIIA 19- 11-11

LA LUNA

Perché la Luna non cade sulla Terra?
A questa domanda gli scienziati hanno risposto già da molto tempo. La risposta è semplice ma affatto banale.
Una legge fisica dice che due corpi qualsiasi si attraggono con una forza proporzionale alle loro masse, ma inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza.

La formula che riassume tutto questo è la seguente:

F=G(mxM)/r^2

Di conseguenza anche fra la Terra e la Luna c’è una forza di attrazione. L’effetto di questa forza però è trascurabile per il nostro pianeta, che ha una massa circa 80 volte quella della Luna. Per la Luna invece questa forza è determinante: è la forza gravitazionale terrestre che non la fa scappare e la costringe a girare attorno alla Terra.

Dati scientifici (fonte enciclopedia libera wikipedia)
Massa Terra 5,9742 × 10^24 kg
Diametro equatoriale Terra 12 756,274 km
Massa Luna 7,347 673 × 10^22 kg
Diametro equatoriale Luna 3476,2 km

Nonostante sembrino paroloni complicati, questa forza d’attrazione gravitazionale non è altro che la forza che ci tiene con i piedi per terra. Infatti la Terra esercita su di noi una forza d’attrazione che ci impedisce di volare via e ci tiene appiccicati sulla superficie terrestre.
(Piccola curiosità: questa forza, nota anche come forza di gravità, è importantissima per la nostra sopravvivenza infatti impedisce alle particelle d’aria di disperdersi nello spazio. La forza di gravità le trattiene tutte in prossimità della superficie terrestre e ci permet
te così di respirare.)

Ed è la stessa forza che fa cadere le cose: se per esempio lanciamo un pallone verso il canestro, questo si alzerà per aria e prima o poi cadrà per terra seguendo una traiettoria a parabola.


Anche la Luna risentendo della forza di gravità è in caduta libera verso la terra, come una palla. Allora perché non cade mai sulla Terra?




Il punto di caduta dipende dalla velocità iniziale dell’oggetto e dall’altezza da cui è lanciato. Il motivo per cui la Luna non cade sulla Terra è che la velocità iniziale della Luna e la sua altezza rispetto al suolo sono valori molto grandi quindi il punto in cui dovrebbe cadere è distante. Tanto distante da risultare ogni volta “oltre” la Terra stessa. Istante per istante quindi la Luna si ritrova sempre nella stessa situazione di caduta libera verso la Terra, ma non la raggiunge mai perché il punto in cui dovrebbe cadere si trova costantemente fuori dalla superficie terrestre.

Come si intuisce bene dal disegno dunque, percorso un tratto di caduta libera la Luna si ritrova nella stessa situazione di prima. È quindi un moto continuo che non si risolverà mai con uno schianto colossale della Luna sulla Terra. Si dice, in termini tecnici, che Terra e Luna si trovano in equilibrio. È una fortuna che funzioni in questo modo, così siamo sicuri che la nostra amica Luna col suo faccione pallido continuerà a scrutarci da lassù, continuerà ad ispirare il canto dei poeti e l’ululato dei lupi fino a quando ci sarà il mondo.

BIBLIOGRAFIA:

http://scienziatopazzo.altervista.org/2010/12/23/perche-la-luna-non-cade-sulla-terra/

Perché la luna gira intorno alla terra e non viceversa?

Terra e Luna girano reciprocamente attorno a se stessi: La Terra ha una massa enorme e impedisce alla Luna, relativamente piccola di scappare via, ma la Luna proprio piccola non è, quindi anche lei un poco attira la Terra e non la lascia muoversi in pace. Quindi siccome c'è una attrazione gravitazionale bella forte, uno attira l'altra, l'altra attira l'uno, e in sostanza si attirano a vicenda, ruotando assieme attorno a un punto tra il centro della Terra e il centro della Luna.
Poi, siccome la Terra è molto più grande della Luna, questo punto in comune non sarà lontano dal centro della Terra, quindi si dice semplicemente che è la Luna che gira attorno alla Terra.

venerdì 18 novembre 2011

NEUTRINI: OK TEST!!! PIU' VELOCI DELLA LUCE...








PERCHE' LA LUNA NON CADE SULLA TERRA?



Eccoci qui con la prima domanda che vi mette in gioco...
PERCHE' LA LUNA NON CADE SULLA TERRA?




Rispondete in modo completo indicando la bibliografia, il vostro nome e cognome, e l'indirizzo e-mail. Se volete potete completare mandando le vostre risposte contenenti immagini all'indirizzo sopraindicato.
le risposte migliori saranno pubblicate sul sito in una sezione dedicata.
Buon lavoro Simona Armano

sabato 12 novembre 2011

2011: Anno Internazionale della Chimica

(Guarda Video TG3-Leonardo Scienza) All’interno del programma decennale di educazione allo sviluppo sostenibile, l’ONU ha dichiarato il 2011 Anno Internazionale della Chimica, con lo slogan: «Un anno per celebrare i successi e i contributi della chimica per il miglioramento delle condizioni di vita di tutti». Come sottolinea il professor Vincenzo Balzani, «tutta la materia è fatta di molecole» e, quindi, «la chimica ha un ruolo centrale»: nella scienza non si può pensare di parlare di qualsiasi cosa senza partire dalle molecole e dalla chimica.


1911: Nobel per la chimica a Marie Curie
Un anno di certo non scelto a caso, visto che cade nel centenario del secondo premio Nobel di Marie Curie, conferitole «in riconoscimento del suo lavoro nell’avanzamento della chimica per la scoperta degli elementi radio e polonio, per l’isolamento del radio e per lo studio della natura e dei composti di questo elemento». Tra l’altro va sottolineato come Marie Curie sia stata l’unica donna a vincere due premi Nobel, oltretutto in due aree distinte (il primo premio, del 1903, le fu assegnato in fisica per i suoi studi sui fenomeni radioattivi).


La chimica ci accompagna nella nostra vita quotidiana, spesso senza che nemmeno ce ne rendiamo più conto. Per avere un’idea delle moltissime occasioni in cui i gesti di ogni giorno sono resi possibile da decenni di ricerca, il comitato organizzatore dell’Anno Internazionale della Chimica ha realizzato un breve video, che vi proponiamo in questa pagina, che ci accompagna in un viaggio attorno al mondo, con la chimica come filo conduttore:

Guarda Video: Chimica tutto intorno a noi


Sul sito italiano della manifestazione, si trovano tutti gli appuntamenti sparsi sul territorio, visibili anche su di una comoda mappa dell’Italia. In questi ultimi mesi dell’anno, da tenere sott’occhio la pagina dedicata alla Settimana della Chimica che si svolge a ottobre.


La parola a tre chimici
Abbiamo colto l’occasione per intervistare tre chimici, due italiani e un inglese, per farci raccontare quali sono le sfide più importanti che la chimica sta vivendo oggi e quale può essere il suo contributo al miglioramento delle condizioni di vita dell’uomo.


«Le persone sono letteralmente assetate di conoscenza: lo si è visto con il grande successo di pubblico delle iniziative fin qui realizzate in questo Anno Internazionale della Chimica». Parole di Peter Atkins, chimico che per lungo tempo ha insegnato chimica al Lincoln College di Oxford.


Leggi l’intervista completa a Peter Atkins



Che cos’è la chimica? La risposta di Vincenzo Balzani ha un sapore leggermente romantico: «Quando si entra nel mondo della chimica si rimante incantati. La chimica è come un grande libro già scritto ma che ha molti fogli ancora bianchi: i chimici devono studiare da questo libro ma devono anche riempire le pagine bianche». E spesso quelle pagine bianche sono servite a scrivere soluzioni a grandi problemi dell’umanità.


Leggi l’intervista completa a Vincenzo Balzani



Un adagio che ha sempre più preso piede nelle conversazioni informali dice che oggi c’è meno chimica rispetto al passato. Non la pensa così Gianfranco Pacchioni dell’Università di Milano Bicocca: «Negli ultimi anni si è esaltato il concetto di interdisciplinarietà che la chimica ha sempre avuto».


Leggi l’intervista completa a Gianfranco Pacchioni

mercoledì 9 novembre 2011

Lab SECONDE 11 Nov. 2001

Lab SECONDE 11 Nov. 2001
ELENCO DELLE SOSTANZE DA PORTERE PER DETERMINARNE IL pH:
- acqua distillata
- acqua di rubinetto
- acqua gasata
- aceto

- sugo di limone
- vino
- birra
- Cocacola
- latte
- bicarbonato di sodio
- shampoo
- sapone

L'ESTRATTO DEL CAVOLO ROSSO
Le sostanze "acide" e quelle "basiche" hanno la proprietà di modificare il colore di alcune sostanze. Questo è anche il caso del sugo del cavolo rosso. Questo liquido è di colore blu-viola, ma a contatto con sostanze acide diventa rosso, mentre a contatto con sostanze basiche diventa verde e perfino giallo. Vediamo ora come sia possibile usare il sugo del cavolo rosso per misurare il pH delle sostanze.

Impiego dell'estratto di cavolo rosso come indicatore liquido.
Versate alcune gocce di questo liquido su di una superficie bianca ed osservate i cambiamenti di colore che esso subisce quando viene mescolato con aceto o con soluzione di bicarbonato. Noterete che questo liquido diventa rosso a contatto con l'aceto o con sugo di limone, mentre diventa verde a contatto con il bicarbonato. Questo diverso comportamento è strano e più avanti cercheremo di chiarirlo.
Versate una certa quantità di questo liquido in un bicchiere trasparente, fino a raggiungere circa 1 cm di altezza. Aggiungete acqua fino a metà del bicchiere. Ora, versate aceto nel bicchiere ed osservate le variazioni di colore del liquido. Ripetete l'esperimento, aggiungendo questa volta un po' di bicarbonato. Anche in questi casi vedrete i cambiamenti di colore già descritti.
Preparazione di cartine indicatrici al sugo di cavolo rosso.

Tagliate dei fogli di cartoncino bianco in rettangoli e poneteli a bagno del sugo in modo che essi si imbevano bene. Dopo circa mezz'ora, togliete i cartoncini e metteteli ad asciugare (figura 11). Per fare prima, potete anche asciugarli con un phon. Tagliate i cartoncini in strisce (figura 12). Mettete da parte i cartoncini imbevuti di sugo di cavolo rosso che vi rimangono: vi dureranno alcuni mesi. Se li conserverete in una busta chiusa per ridurre la loro ossidazione, dureranno di più. Mettete il sugo rimanente in una bottiglia. Dopo pochi giorni, questo sugo va a male e va buttato via. Per conservarlo più a lungo, aggiungete un po' di conservante alimentare.

DETERMINARE IL pH DI ALCUNE SOSTANZE
Ci occuperemo di determinare il pH di alcune sostanze facili da reperire. Faremo questa misura con la cartina di tornasole e con il pHmetro elettronico (se disponibile).
Useremo anche delle cartine al cavolo rosso preparate da noi stessi.
Nella tabella sottostante, scrivete i valori di pH che avete determinato per ciascuna sostanza, usando la cartina di Tornasole ed il pHmetro elettronico. Per mezzo di pastelli colorati, annotate anche il corrispondente colore della cartina al cavolo rosso.

ATTREZZATURE

- pHmetro elettronico
- cartina di tornasole
- cartina al cavolo rosso
- beckers o vasetti di vetro
- bacchette di vetro

Al termine delle misure, confrontate i valori forniti dalla cartina di tornasole e dallo strumento elettronico.Osservate i corrispondenti colori assunti dalla cartina al cavolo rosso.

Evidenziate le due sostanze più acide.
Evidenziate le due sostanze più basiche.

LA SCALA CROMATICA DEL CAVOLO ROSSO
Vediamo ora come fare per determinare la scala cromatica delle cartine indicatrici al sugo del cavolo rosso (figura 15). Il procedimento consiste nel preparare soluzioni aventi pH di valore intero e nel fotografare con una macchina digitale le cartine dopo che sono state immerse nelle soluzioni. Con un programma di elaborazione di immagini, sarà poi facile determinare il colore ottenuto. Per fare questo esperimento, è necessario possedere un pHmetro elettronico. In commercio, si trovano modelli economici che costano circa 30 €.

ELENCO DEI MATERIALI PER LA DETERMINAZIONE DELLASCALA CROMATICA DELLE CARTINE AL CAVOLO ROSSO
- acqua di rubinetto
- limone acerbo
- aceto di vino bianco
- bicarbonato di sodio
- pHmetro elettronico

- soluzione tampone pH = 7 per tarare il pHmetro

Vedi Link Sito
http://www.solarsystemscope.com/
è un sito dove si può vedere il
sistema solare in 3D
Giorgia Marino IIIA
astronomia


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domenica 6 novembre 2011

4 Novembre 2011
DENTIFRICIO DELL'ELEFANTE






















INGREDIENTI
acqua ossigenata
sapone liquido per piatti
coloranti per alimenti (blu, rosso, verde)
acqua
ioduro di potassio



PREPARAZIONE
1. si prepara una soluzione da 20 ml di acqua ossigenata,
2. si aggiungono 3-4 ml di sapone liquido,
3. si mescola lentamente con un agitatore senza provocare la formazione di bollicine,
4. si ripartisce questa quantità di liquido in 4 diverse provette,
5. si aggiunge a ogni provetta, tranne una, qualche goccia di colorante di diversi colori,
6. si prepara a parte una soluzione acquosa (pochi ml) con una punta di spatolina di ioduro di potassio
Per effettuare l'esperimento si versa in ciascuna provetta la soluzione di ioduro di potassio.

COSA SI OSSERVA?
NB: nel corso del nostro esperimento abbiamo sostituito l'acqua ossigenata con l'acqua comune, in modo tale da imparare la procedura senza sprecare acqua ossigenata. Ci siamo accorti che così facendo l'esperimento non poteva riuscire. Ripetendo l'esperimento con acqua ossigenata la reazione avviene con successo...UN ATOMO DI OSSIGENO.......FA LA DIFFERENZA!!!!



. . . . . . . . . . . . . . . .

SPIEGAZIONE:L'aqua ossigenata (perossido di idrogeno) che viene normalmente usata in soluzione acquosa come disinfettante si acquista in farmacia, tipicamente diluita in acqua con una concentrazione di 3 grammi ogni 100. Talvolta la sua concentrazione è espressa in "volumi": una soluzione a "120 volumi" contiene tanta acqua ossigenata da liberare 120 litri di ossigeno per litro. L'acqua ossigenata che si acquista in farmacia è a circa "10 volumi".
Anche diluito, è un xomposto instabile: tende a decomporsi in acqua e ossigeno gassoso secondo la reazione:









La quantità di ossigeno che si forma normalmente è piccola, perché la decomposizione è abbastanza lenta. Probabilmente avete già visto che quando l'acqua ossigenata viene versata su una ferita si sviluppa una vivace effervescenza, sempre dovuta alla liberazione di ossigeno gassoso, che sfugge.
La reazione può essere resa rapida utilizzando una sostanza "estranea" come lo ioduro di potassio (in un'altra versione "ecologica" dell'esperimento si utilizza lievito di birra) .
Inoltre, aggiungendo un tensioattivo (sapone per piatti),si intrappola l'effervescenza in una schiuma alla superficie del liquido.

Nel nostro esperimento si sfrutta proprio l'azione "catalitica" dello Iodio disciolto in acqua per far avvenire molto velocemente la decomposizione dell'acqua ossigenata. Lo ione Iodio I- partecipa alla reazione, rendendola così più veloce, ma non viene consumato: nel secondo stadio se ne forma una quantità uguale a quella consumata nel primo, nel quale viene riciclato.
questo è appunto il comportamento caratteristico di un "catalizzatore proprio".
Poiché in presenza di ioduro la reazione risulta molto veloce, l'ossigeno si sviluppa molto rapidamente e, in presenza di un agente schiumogeno (detersivo per i piatti), forma un'abbondante schiuma. Non solo, se la reazione è condotta in un recipiente abbastanza piccolo, l'elevata velocità di sviluppo del gas provocherà la fuoriuscita della schiuma dal recipiente, allo stesso modo in cui lo fa il gas propellente nelle bombolette-spray.
Inoltre, poiché la rapida liberazione di calore che avviene durante la reazione può provocare una parziale evaporazione dell'acqua e la proiezione della schiuma sarà accompagnata dalla formazione di vapore.





sabato 5 novembre 2011

perche' la terra gira su se stessa? Jacopo Uggeri IB)

Proviamo a rispondere:


Non possiamo percepirlo ma il nostro pianeta gira su se stesso. Unico indizio è dato dal passaggio dal giorno alla notte che non sarebbe possibile se la Terra fosse fissa nello spazio. Ma perché gira su se stessa?

Perché i pianeti si sono formati da un’immensa nube composta da polvere e gas che già ruotava e che ha iniziato a “concentrarsi”. Inoltre quando i frammenti più grossi hanno attirato verso di loro quelli più piccoli (per gravità), questi ultimi, colpendo i “frammentoni”, hanno contribuito a farli girare. Come quando tiri un calcio al pallone: se lo colpisci proprio nel centro (molto difficile), si sposta in avanti e basta, ma se lo colpisci di lato, oltre a spostarsi in avanti, gira anche su se stesso. Solo che i pianeti non hanno ancora smesso di girare: perché nello spazio gli attriti quasi non ci sono.

I NOSTRI SOGNI...



Oggi il vostro blog...vi regala un momento di riflessione...
siamo scienziati...adoriamo la fisica e la matematica...la biologia e le scienze... siamo quindi persone sensibili che osservano il mondo con la mente e con il cuore...


sono frasi tratte dai libri di Sergio Bambaren...





I sogni sono fatti di tanta fatica. Forse, se cerchiamo di prendere delle scorciatoie, perdiamo di vista la ragione per cui abbiamo cominciato a sognare e alla fine scopriamo che il sogno non ci appartiene più. Se ascoltiamo la saggezza del cuore il tempo infallibile ci farà incontrare il nostro destino. Ricorda: quando stai per rinunciare, quando senti che la vita è stata troppo dura con te, ricordati chi sei. Ricorda il tuo sogno.

La maggior parte di noi non è preparata ad affrontare i fallimenti ed è per questo che non siamo capaci di compiere il nostro destino. È facile sfidare quel che non comporta alcun rischio.

La scoperta di nuovi mondi non ti porterà solo felicità e saggezza, ma anche tristezza e paura. Come puoi affrontare la felicità, senza sapere cos'è la tristezza? Come puoi raggiungere la saggezza, senza affrontare le tue paure? Alla fine, la grande sfida della vita consiste nel superare i nostri limiti, spingendoci verso luoghi in cui mai avremmo immaginato di poter arrivare.

Le decisioni sono un modo per definire se stessi. Sono il modo per dare vita e significato ai sogni. Sono il modo per farci diventare ciò che vogliamo.

Proprio come i sogni prendono vita quando meno te lo aspetti, così accade per le risposte ai dubbi che non riesci a risolvere. Lascia che il tuo istinto tracci la rotta per la saggezza, e fa' che le tue paure siano sconfitte dalla speranza.

Troverai il vero scopo della tua vita il giorno in cui cavalcherai l'onda perfetta.

...imparate a sognare...in grande!!!!!

regolamento laboratorio

Un laboratorio è un locale attrezzato con strumenti, sostanze, apparecchiature che lo"scienziato" utilizza per i suoi esperimenti. Quando entri in laboratorio devi seguirequesti “comandamenti del bravo scienziato" per ottenere il massimo del risultatosenza alcun pericolo.


1 Impara i nomi della vetreria e delle attrezzature di laboratorio.
2 In laboratorio non mangiare e non bere.
3 In laboratorio non correre, non spingere i compagni, non giocare, non toccare gli
strumenti senza il permesso dell'insegnante.
4 Fai attenzione agli oggetti caldi: usa le pinze, non le mani.
5 Fai attenzione alle sostanze chimiche: non toccarle con le mani, non mescolarle a
caso.
6 Non assaggiare e non annusare mai le sostanze e tienile lontano dal viso.
7 Se inavvertitamente ti sporchi le mani con qualche sostanza, non toccarti la faccia
mentre lavori; se ti entra negli occhi qualche sostanza, lavati subito con acqua fredda e
avverti l'insegnante.
8 Fai attenzione quando ti avvicini alla fiamma del fornello, non toccare mai con le mani
bagnate il materiale elettrico e non usarlo mai vicino all'acqua.
9 Quando usi provette o recipienti, tienili con l'apertura rivolta in modo che eventuali
schizzi non colpiscano nessuno.
10 Segui sempre con attenzione le indicazioni dell'insegnante e dopo aver terminato il
tuo lavoro pulisci sempre l'area di lavoro e le attrezzature usate; lavati bene le mani
prima di uscire dal laboratorio.

INOLTRE...
Non è permesso pubblicare NULLA IN RETE del materiale relativo ai laboratori (Foto, Video ecc.) SENZA L'AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELLA SCUOLA!! .
( POTETE FARLO SUL NOSTRO BLOG)